Natura e benessere sono un connubio per migliorare la nostra qualità di vita9 min di lettura

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    Il vocabolo “natura” deriva dal verbo latino “nascere”, che significa “trasformarsi”, cioè il concetto base della forza vitale che anima la materia vivente rispetto a quella inanimata.

    Il concetto della natura ha assunto diversi significati attraverso le varie epoche storiche, a partire dai filosofi greci fino ad arrivare al meccanicismo contemporaneo.

    natura e benessere

    Nella scienza attuale, la natura è spesso collegata all’idea di benessere, poiché il ritmo senza sosta dell’esistenza cittadina ha ormai schiacciato la personalità di molti individui, che in un certo senso sono diventati spettatori passivi della propria vita.

    È chiaro che un atteggiamento del genere si rivela estremamente negativo per il benessere dell’individuo.

    Inserendosi nella natura invece l’uomo si riappropria di se stesso, delle sue abitudini, cercando di realizzare i propri sogni e di raggiungere gli obiettivi che si è prefissato.

    Tutto questo è possibile perché la libertà di scelta è assoluta poiché non viene vincolata da nessun’altra costrizione che non siano i ritmi biologici.

    È proprio seguendo questo stile di vita che l’individuo è in grado di identificare le sue necessità e di esaudirle, raggiungendo una condizione di benessere praticamente assoluta.


    Il concetto di natura deve comunque collegarsi a una realtà contingente e non soltanto a un’utopia, poiché sarebbe controproducente che l’uomo considerasse la natura come una fuga dalla realtà, per cancellare obblighi e doveri.

    Non è certo questo l’obiettivo da raggiungere, anche vivendo immersi nella natura è possibile svolgere attività lavorative, occuparsi di altre persone, esprimendo il meglio di se stessi e soprattutto valorizzando le proprie potenzialità con responsabile maturità.

    Influenza benefica della natura a livello fisico

    Immergersi nella natura significa innanzitutto staccare la spina dagli impegni quotidiani, dallo stress, dalle preoccupazioni e dall’ansia del futuro.

    Chi vive in un contesto urbano conosce bene l’influenza negativa che l’inquinamento ambientale ed acustico sono in grado di svolgere sull’intero organismo.

    Infatti, a livello fisico, le principali conseguenze di un simile stile di vita si possono concretizzare in alcuni disturbi somatici come:

    • palpitazioni cardiache,
    • ipertensione arteriosa,
    • bronchiti asmatiche,
    • insonnia,
    • difficoltà digestive (dispepsia),
    • gastrite e colite.


    Allontanandosi dalla città e passeggiando su un silenzioso sentiero di montagna oppure lungo la battigia di una spiaggia deserta d’inverno, immediatamente il corpo si rigenera.

    Infatti il ritmo respiratorio si normalizza così come quello cardiaco e circolatorio, la digestione migliora e al momento di coricarsi si prende sonno facilmente e con tranquillità.

    Il silenzio è senza dubbio uno dei requisiti più vantaggiosi che la vita in un contesto naturale può offrire, secondo numerose ricerche scientifiche, il rumore, definito a ragione un killer nascosto, è responsabile di un gran numero di patologie anche gravi.

    Il sistema nervoso centrale inoltre, che controlla tutte le funzioni vitali dell’organismo, viene condizionato negativamente dalle emissioni sonore prolungate e ripetute, che si avvertono in città.

     

    Oltre al silenzio, un altro aspetto estremamente benefico che la natura ci offre è quello del paesaggio, un bosco, una distesa di prato, il profilo di una montagna, sono scenari accomunati dal colore verde della vegetazione, che, come noto, influisce positivamente sulle funzioni vitali.

    Il rilassamento muscolare, che dipende dalla permanenza in un ambiente campestre, si riflette sul metabolismo, contribuendo a migliorare il benessere della persona.

    Molti disturbi di natura psicosomatica, come ad esempio ulcera, colite, asma ed emicrania, attenuano notevolmente la propria sintomatologia nel momento in cui ci si trova in un contesto naturale, sia per il silenzio che per il paesaggio.

    Influenza benefica della natura a livello psichico

    Gli effetti benefici dei paesaggi naturali sono confermati da una branca scientifica che prende il nome di psicologia ambientale, il cui ruolo è quello di indagare sull’interazione tra gli individui e l’ambiente.

    Secondo la teoria del recupero da stress, la natura consente di eliminare velocemente le componenti ansiose della sfera psicoemotiva, in presenza di paesaggi naturali rispetto a quelli urbani.

    Infatti la visione di un ambiente di questo genere favorisce l’insorgenza di sentimenti positivi, aumentando la resistenza nei confronti degli agenti stressogeni.

     

    Anche il bioritmo circadiano migliora notevolmente e al momento di coricarsi il sonno arriva velocemente e senza problemi, consentendo un riposo ininterrotto e privo di incubi.

    Al risveglio l’attenzione, la concentrazione e le facoltà mnemoniche risultano potenziate, durante la notte si è verificato un recupero completo.


    Chi vive in un contesto naturale (mare, campagna o monti) sembra che sviluppi maggiormente anche la creatività: l’asserzione “la natura rende le persone più felici” rispecchia effettivamente la realtà dei fatti, la permanenza in ambienti naturali migliora il desiderio di agire e prendere iniziative.

    I fattori predisponenti ad atteggiamenti del genere sono collegabili a paesaggi, a colori e suoni tipici della natura, che favoriscono una percezione positiva dell’ambiente circostante.

    Migliorando sensibilmente il benessere psico-emotivo degli individui, il contesto naturale aumenta anche la loro autostima, le relazioni interpersonali e l’equilibrio psicologico.

    Conseguenze positive prodotte dalla natura sull’uomo

    Un contatto continuativo dell’uomo con la natura produce benefici in termini di benessere psico-fisico: molte ricerche scientifiche hanno evidenziato che una vita lontana dalle città e quindi dal rumore e dall’inquinamento allunga la vita, migliora lo stato di salute delle persone.

    Sembra infatti che il sistema immunitario, responsabile della difesa dalle malattie, sia più attivo in chi vive a contatto con la natura, seguendone i cicli stagionali.

    Uno degli aspetti più caratteristici di questo tipo di esistenza è collegato alla stagionalità, infatti, come la terra modifica il suo stato in rapporto al clima e all’influenza delle radiazioni solari, anche l’uomo può adattarsi facilmente a questa ciclicità.

    Una persona che vive in città, chiusa tra le quattro mura della casa e dell’ufficio, spesso non si accorge neppure dei cambiamenti climatici poiché l’unico orizzonte che le è concesso osservare è il rettangolo di una finestra.
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    Anche uscendo fuori, chi abita in un contesto cittadino si trova solitamente a contatto con traffico automobilistico, inquinamento, rumore e sovraffollamento: stimoli stressanti, sia dal punto di vista fisico, ma soprattutto psico-emotivo, che contribuiscono a deprimere il soggetto privandolo del desiderio di interagire con i suoi simili.

    Secondo alcune attendibili stime, chi soffre di depressione ansiosa, migliora notevolmente le sue condizioni di salute prendendosi una vacanza e allontanandosi dalla città per un certo tempo.

    Questa osservazione conferma l’ipotesi secondo cui la produzione di serotonina (l’ormone del buonumore) viene potenziata a contatto con la natura.


    Anche molte forme di insonnia melatonina-dipendenti si risolvono trascorrendo qualche settimana in un contesto naturale, poiché la ghiandola pineale viene stimolata a produrre un maggiore quantitativo di ormoni, che favoriscono l’addormentamento e il mantenimento continuativo del sonno.

    Un altro beneficio riconducibile alla vita in ambiente extraurbano dipende dalla regolazione sulla biosintesi dei neuromediatori, la cui carenza provoca depressione.

    L’associazione tra una permanenza in campagna o al mare e l’assunzione di sostanze naturali con azione antidepressiva (come iperico, melissa, passiflora e valeriana) si è rivelata particolarmente efficace per risolvere episodi di depressione minore, anche nelle donne che hanno appena partorito.


    Uscire all’aria aperta svolge inoltre un’azione antidolorifica e antinfiammatoria, respirare in condizioni non inquinate minimizza il rischio di contrarre malattie batteriche o virali.

    Non bisogna dimenticare che in città la presenza di edifici affiancati spesso a più piani impedisce il ricambio d’aria, per cui quello che si respira deriva spesso da mescolanze di gas di scarico delle automobili, da residui tossici di fabbriche oltre che di esercizi commerciali.

    È chiaro che una situazione diametralmente opposta è quella offerta da un contesto ampio e privo di ostacoli, come un prato o la distesa del mare.

    Perché immergersi nella natura

    Immergersi nella natura significa anche meditare, cioè riflettere su se stessi e sull’ambiente circostante.

    La meditazione è una tecnica molto antica, che ancora oggi viene realizzata da alcune comunità che si sono ritirate a vivere lontano dai centri urbani.

    Questa pratica può essere effettuata in una foresta, di fronte al mare, davanti a un ruscello, oppure sulla cima di una montagna, dove il silenzio è interrotto soltanto dal canto degli uccelli e la solitudine è assoluta.

    La qualità della vita dipende senza dubbio dalle abitudini personali che vengono adottate in base alle singole esigenze: vivere in armonia con la natura si rivela una delle scelte più indicate per ritrovare se stessi, dato che i ritmi incalzanti della vita cittadina impediscono un’analisi di questo genere.

    Natura e vita cittadina

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    Il dualismo tra natura e vita cittadina viene evidenziato soprattutto dall’impiego continuativo e quasi ininterrotto dei device, infatti chi vive in un contesto urbano e quindi non è stimolato da nessuna attrattiva paesaggistica, trascorre la maggior parte del suo tempo attaccato a uno schermo, che può essere quello del computer, del tablet o dello smartphone.

    Si tratta di apparecchiature digitali che, oltre a danneggiare fisicamente l’individuo a livello dell’apparato oculare e acustico, tendono anche a spersonalizzarlo, facendolo progressivamente allontanare dalla realtà.


    È indubbio che i device creano dipendenza, quasi come una droga, infatti fin dai primi anni di vita i bambini si sentono attratti da questi dispositivi, con i quali trascorrono un numero sempre maggiore di ore.

    Succede spesso che i bambini in età scolare non abbiano mai visto un cavallo, una mucca, una pecora o una gallina dal vivo e che vengano a contatto con la loro esistenza soltanto dai libri o dagli schermi di un computer.

    Questo fatto, evidenziato da recenti studi scientifici, si rivela piuttosto allarmante poiché simboleggia la loro alienazione rispetto ai ritmi biologici della natura.

     

    Vivere in una realtà digitalizzata contribuisce anche a modificare radicalmente il ritmo circadiano, poiché spesso succede che le persone trascorrano gran parte della notte davanti a uno schermo, magari parlando con interlocutori virtuali.

    Chi invece vive in un contesto naturale, è spinto a sviluppare delle relazioni interpersonali basate su bisogni elementari come il nutrimento, il controllo sugli animali e la raccolta dei prodotti della terra.

    Si può quindi dire che un’esistenza condotta lontano dalle città è senza dubbio positiva anche per la socializzazione e il dialogo, resi impossibili dalla presenza invasiva e totalizzante dei device.

    Come reagisce il corpo a contatto con la natura

    Dopo un benefico trekking nei boschi, l’organismo sottoposto a controlli clinici mostra caratteristiche nettamente positive: l’analisi elettromiografica evidenzia infatti un profondo rilassamento neuromuscolare, che coinvolge i muscoli di braccia e gambe.

    L’elettrocardiogramma mostra che il miocardio batte con un ritmo sinusale senza insorgenza di extrasistoli o di aritmie, manifestazioni molto comuni per chi vive in città.

    Anche i valori di pressione arteriosa rientrano nel range fisiologico, al contrario di quanto accade a chi vive in un contesto urbano, dove l’ipertensione è il disturbo che affligge la maggior parte delle persone.

    Uno studio di follow-up ha confermato che dopo una lunga passeggiata in riva al mare, il sistema immunitario è molto più attivo e quindi la probabilità di ammalarsi viene abbassata.

    Chi soffre di problemi digestivi, spesso accompagnati da aerofagia o flatulenza, riscontra un effettivo miglioramento della funzionalità gastrointestinale dopo una gita in campagna, soprattutto se conclusa con un pic nic sul prato.

    Gli stessi alimenti che risultano indigeribili in città, vengono facilmente assimilati in condizioni di questo tipo.

    Ecco perché dedicare un po’ di tempo della propria esistenza per immergersi nella natura significa migliorare la propria salute psico-fisica e quindi il benessere generale.

    L’aspetto più indicativo di simili condizioni è lo stato di profondo relax avvertibile a livello organico ed emotivo, che si traduce anche in una propensione al contatto umano che non è presente nei contesti urbani, dove le relazioni interpersonali sono quasi sempre imposte e non ricercate.

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