Preservare le articolazioni dai dolori con l’avanzare dell’età10 min di lettura

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    Il movimento è un fattore fondamentale nell’ambito della vita di ogni essere vivente...

    La quasi totalità delle persone quando riflette sul proprio movimento, immediatamente pensa ai muscoli e alle ossa, ma pochi si soffermano su quella struttura specifica che ci permette realmente di effettuare tutte le pratiche giornaliere: l’articolazione.

    In questo articolo andremo a vedere la reale importanza delle articolazioni, quali sono le varie problematiche a cui possono andare incontro da un punto di vista degenerativo e quali possono essere le più semplici metodologie per poterle preservare al meglio per molto tempo.

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    L’importanza delle articolazioni: cosa sono e a cosa servono

    Le articolazioni sono quel vasto insieme di elementi strutturali che permettono di mantenere in adiacenza due o più superfici ossee; questo insieme è formato da parti completamente diverse tra loro come legamenti, tessuto (fibroso e/o cartilagineo), membrane o capsule, che consentono di regolare il collegamento e il relativo movimento tra due diverse parti scheletriche.


    Di norma se pensi ad un’articolazione, il più delle volte ti viene in mente quella del ginocchio, del gomito o della caviglia, ma nel nostro corpo esistono tante (sono 360 in totale) e diverse tipologie di articolazioni: quelle fisse, quelle che si muovono in maniera impercettibile e quelle che sostanzialmente sono libere.

    Il cranio o il bacino hanno delle articolazioni fisse e questo dà ulteriore stabilità allo scheletro mentre le seconde, che di norma collegano le parti ossee con fibrocartilagine, sono ad esempio quelle che dividono tra loro le varie vertebre (dischi vertebrali); oltre a contribuire attivamente al sostegno della struttura, possono anche far fare alle ossa dei piccoli movimenti con un raggio di azione molto limitato.


    Il terzo tipo è quello più numeroso e vario; quelle del femore o della spalla sono di forma sferica, con la possibilità di effettuare movimenti circolari in quanto possono muoversi su tutti i piani.

    Quelle del gomito e del ginocchio, invece, permettono un movimento su un singolo piano facendo andare una delle due parti su e giù rispetto al proprio asse.

    La caratteristica comune di tutte le articolazioni è che ogni parte ossea è rivestita di una speciale sostanza chiamata cartilagine articolare (o ialina) che ha delle specifiche proprietà meccaniche essendo soffice, estensibile, ma soprattutto deformabile in quanto può esser compressa e, fino ad un certo punto, ruotata.

    Le articolazioni sono quindi un elemento fondamentale nell’ambito della struttura del corpo in quanto, oltre a permettere il movimento di svariate parti tra di loro, completano il sostegno dell’apparato scheletrico sostenendo i punti di giunzione delle ossa ed evitando pertanto che queste possano uscire dalla propria sede.


    Questo compito è dato essenzialmente dai legamenti che sono dei cordoni connettivali che congiungono stabilmente le estremità ossee a cui sono collegati e di conseguenza impediscono a queste di distanziarsi oltre una certa misura.

    La struttura di questi cordoni è molto resistente e la loro posizione può essere sia all’interno che all’esterno della capsula articolare; tutto ciò, unito al fatto che sono legati in modo molto saldo alle ossa da articolare, fa sì che si ostacoli, o per lo meno si limiti, l’effettuazione di movimenti rischiosi in modo da salvaguardare la parte interna dell’articolazione stessa.


    Sostanzialmente, quindi, le articolazioni costituiscono quella parte del corpo umano che consente di eseguire il movimento in ogni sua forma (trasversale, circolare, angolare, di scorrimento) permettendo quindi all’apparato scheletrico (e di conseguenza all’intero corpo) di spostarsi secondo gli impulsi dati ai muscoli e trasferiti attraverso i tendini.

     

    Facciamo un esempio: sei seduto su una sedia e ti devi alzare.
    La tua posizione di partenza è quindi con un angolo di 90 gradi tra la gamba e la coscia.
    Il cervello ordina ai muscoli abduttori (quadricipite e tricipite femorale) della coscia di contrarsi; questo comporta un accorciamento dei tendini che sono collegati all’epicondilo del femore con conseguente estensione e aumento dell’angolo causato dal fatto che la gamba viene richiamata verso l’alto (nell’alzarsi dalla sedia hai l’effetto inverso, la gamba è bloccata dal peso e la coscia viene spinta verso l’alto).

    Le problematiche articolari comuni

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    Le articolazioni, al contrario degli altri tessuti del corpo, non hanno una vascolarizzazione ovvero non vengono irrorate dai vasi sanguigni; questo comporta che, se non opportunamente lubrificate dal liquido sinoviale, possa verificarsi un graduale consumo della cartilagine.

    Tutto questo potrebbe implicare l’insorgenza in primis di processi infiammatori locali e successivamente di osteoartrosi, nel qual caso si ha la sostituzione della cartilagine con tessuto osseo spugnoso.

    Tutto questo avviene in modo naturale con l’avanzare dell’età e questo genera tutta una serie di problematiche che hanno il loro culmine quando si diventa anziani e ci si muove di meno.

    Nell’ambito delle sintomatologie concernenti le articolazioni, la prima è quella relativa ai processi infiammatori che possono colpire le varie parti della stessa (cartilagine, capsula, liquido sinoviale) che diventando cronica genera l’artrite, con forti dolori locali accompagnati da gonfiori e arrossamenti; tali sintomi hanno una recrudescenza dopo uno sforzo, ma tendono ad alleviarsi (fino a scomparire del tutto) dopo il riposo.


    Un’altra problematica è quella relativa all’artrosi che si differenzia dall’artrite in quanto è di tipo degenerativo; essa infatti è causata da una progressiva perdita dello spessore dato dalle cartilagini (con eventuale sostituzione di esse con tessuto di tipo osseo) con la conseguenza che le ossa, non avendo più divisori, si toccano causando di conseguenza blocchi articolari, dolori e soprattutto una limitazione (anche notevole) dei movimenti.

    Le altre problematiche articolari

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    Oltre ai normali processi legati all’età, le articolazioni possono essere colpite da altri due fattori: uno interno (problematiche genetiche e fisiche), l’altro esterno causato da eventi traumatici.

    Nel primo caso, ad esempio, possono ricondursi i fenomeni di varismo e valgismo delle gambe dove le articolazioni hanno dei disallineamenti rispetto alla loro verticale teorica; nel primo caso la distanza è maggiore e le articolazioni tendono verso l’esterno, nel secondo caso la distanza è minore e le articolazioni tendono verso l’interno.

    In entrambi i casi si ha un anomalo consumo della cartilagine e, se non trattate per tempo, possono innescare in primo luogo il fenomeno artritico e, nei casi più gravi, quello artrosico con la conseguente degenerazione completa della cartilagine tra la rotula e il femore che può comportare la necessità dell’innesto di un impianto protesico.

     

    Questo tipo di patologia è, di norma, di carattere genetico e normalmente si tramanda dai genitori ai figli; l’osservazione delle condizioni dei propri genitori è quindi un fattore di prevenzione molto importante che consente di ovviare a specifiche “malformazioni” o disfunzioni.

    Allo stesso modo un forte trauma distorsivo che interessa anche le parti esterne all’articolazione (tendini, legamenti, capsule) se non curato adeguatamente può degenerare in processi artrosici anche molto intensi.

     

    In tutti questi casi, e molti altri, non si deve mai effettuare l’autodiagnosi o cercare di provare metodi “fai da te” ma bisogna affidarsi alla consulenza di esperti che, nei casi più gravi, possono anche decidere di agire mediante intervento chirurgico.

    Questo nei casi meno gravi può essere correttivo (ad esempio un riallineamento in asse delle ossa) e non essere invasivo, ma effettuato tramite artroscopia nel caso, ad esempio, di pulitura delle articolazioni o di innesto di tessuto cartilagineo.

    Qualche consiglio

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    Per evitare, o per lo meno per cercare di evitare, che con l’andar del tempo le cartilagini diminuiscano in modo considerevole il loro spessore facendosi sostituire dal tessuto osseo, ci sono delle piccole attenzioni quotidiane che bisognerebbe seguire; investire pochi minuti al giorno ti potrebbe permettere di vivere meglio e di avere delle articolazioni sempre forti, contrastando il lento divenire dell’età.

    Di seguito eccone alcune:


    - Idratarsi
    L’assumere molta acqua nel corso dell’intera giornata fa bene non solo a tutto il corpo in generale, ma anche alle articolazioni in particolare; il liquido sinoviale intra-articolare, che effettua la lubrificazione delle estremità ossee evitando che vengano a contatto tra di loro, è infatti formato da acqua, acido ialuronico e glicoproteine.

    La carenza di acqua fa sì non solo che la produzione del liquido da parte delle membrane articolari diminuisca, ma anche che l’organismo possa prenderla anche dal liquido sinoviale causando un assottigliamento della cartilagine e quindi una maggiore propensione all’artrosi.


    - Potenziare i muscoli
    Le articolazioni sono soggette a diversi tipi di forza: di compressione (es. ginocchio, caviglia), di estensione (es. gomito o spalla quando si portano pesi) o di rotazione (es. quando si gira la testa verso un lato).
    L’aumento del tono muscolare fa sì che molta della forza, a prescindere dal tipo, possa essere scaricata non direttamente sull’asse scheletrico, ma su quello muscolare, diminuendo in questo modo il peso gravante sull’articolazione stessa.
    Con l’aumento del tono muscolare, infatti, si ha anche un rafforzamento di tutte le strutture articolari come tendini e legamenti.


    - Elasticizzare i tendini
    Questo è un problema che è sentito soprattutto dagli sportivi e particolarmente da coloro che hanno fatto in gioventù attività sportive esplosive, ovvero con un notevole aumento della massa muscolare.
    I tendini si sono abituati a trattenere un certo tipo di forza da parte del muscolo e man mano che il tono di esso diminuisce, tendono ad accorciarsi leggermente.
    Allungandoli nuovamente facendo degli appositi esercizi di stretching permette quindi all’articolazione di mantenersi elastica e reattiva.


    - Mantenere un peso forma ottimale
    Il peso corporeo è uno dei più importanti fattori degenerativi delle articolazioni in quanto maggiore è la massa grassa, maggiore è la forza esercitata direttamente sulle articolazioni stesse.

    Ecco quindi che non essere in sovrappeso aiuta in modo sostanziale a mantenere in salute tutte le tue articolazioni evitando così che si inneschino problematici processi infiammatori che potrebbero poi degenerare in osteoartrosi.

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    - Avere una dieta bilanciata
    Il liquido sinoviale è composto per lo più da acqua e aminoacidi, ovvero proteine; una dieta povera di proteine o eccessivamente calorica, oltre ad avere delle conseguenze sul metabolismo e quindi sul peso, ha degli effetti anche sulle articolazioni che, non avendo più la possibilità di rigenerare in maniera corretta la cartilagine, diventano maggiormente rigide, dolenti e si infiammano, causando anche delle situazioni molto dolorose.

    Un giusto apporto anche di Omega3 e Omega6 permette di contrastare i processi infiammatori grazie alla loro azione antiossidante che combatte i radicali liberi e, in qualche caso, anche l’utilizzo di integratori alimentari (come ad esempio il famoso artiglio del diavolo o l’aloe vera) consente di preservare in ottima forma le articolazioni

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    - Fare del movimento
    Il killer più spietato per l’articolazione è il poco movimento perché questo rallenta la produzione di liquido sinoviale; il concetto di movimento per un’articolazione è però diverso da quello comune.
    Non basta infatti camminare facendo chilometri per evitare che le giunture delle ginocchia e delle caviglie possano avere problemi, ma bisogna che l’articolazione effettui tutto il suo movimento.

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    Facciamo alcuni esempi:

    a) articolazione ginocchio o gomito: far toccare la coscia posteriore ai talloni o il pugno alla spalla (grado 0) ed estendere la gamba o l’avambraccio fino a formare un angolo di 180 gradi (estensione completa).

    b) articolazione collo: toccare con il mento il petto e quindi guardare in alto, girare la testa alternativamente a sinistra e a destra, roteare il capo arrivando ai massimi punti di estensione precedenti.

    c) articolazione spalla e anca: per la prima roteare il braccio alternativamente in avanti e indietro e, partendo dal braccio lungo il corpo, effettuare l’abduzione dello stesso fino a toccarsi l’orecchio; per la seconda effettuare slanci in avanti, indietro e di lato.

    In questo modo le articolazioni si mantengono vitali e, soprattutto, non subiscono l’irrigidimento che è l’anticamera dell’artrosi.

    Guarda i video esercizi: https://www.vitaquality.it/esercizi-easy-chair-fitness-benessere-posturale/

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