Migliorare lo sviluppo psicomotorio dei nostri figli grazie allo sport9 min di lettura

Indice contenuto
    Add a header to begin generating the table of contents

    Il ruolo dello sport è sempre stato fondamentale per aiutare lo sviluppo psicomotorio dei bambini a partire dalla prima infanzia, quando cioè ha inizio il processo interattivo con l’ambiente che li circonda.

    Attraverso la pratica sportiva, infatti, il bambino riesce a rapportarsi non soltanto alle strutture ambientali, ma anche ai suoi coetanei, per impostare rapporti interpersonali di reciproca fiducia.

    sviluppo motorio bambino grazie allo sport

    Che cosa si intende per sviluppo psicomotorio nel bambino

    Per sviluppo psicomotorio del bambino si intende l’insieme dei processi maturativi che durante i primi anni di vita consentono al soggetto di acquisire competenze e abilità motorie, posturali, relazionali e cognitive.

    Si tratta di funzioni controllate dall’attività del sistema nervoso centrale, che mostrano modalità e tempistiche variabili soggettivamente per ogni bambino, ma a cui è comunque possibile fare riferimento secondo tappe ben definite.

    È proprio grazie alla conoscenza di questa sequenzialità che è possibile impostare i fondamenti educativi che i genitori sono tenuti ad applicare nei confronti dei figli.

     

    La maturazione delle cellule nervose dipende dal patrimonio genetico di ogni persona, ma è influenzato anche dalle sollecitazioni esterne.

    Grazie a numerosi studi di neuroimaging è stato possibile evidenziare le successive tappe evolutive dell’encefalo, che dai primi mesi di vita mostra una più complessa organizzazione neuronale e qundi funzionale.

    I tre fattori che agiscono sinergicamente sullo sviluppo psicomotorio del bambino sono quindi la struttura anatomica dei neuroni, la loro funzionalità e l’influenza ambientale.

    Alla nascita, il bebè manifesta reazioni motorie automatiche collegate alla presenza di un sistema nervoso ancora immaturo, che si sviluppano progressivamente.

    Durante la fase pre-scolare, il bambino inizia a rapportarsi in maniera sempre più perfezionata sia con l’ambiente che con le persone che lo circondano, acquisendo nozioni linguistiche, cognitive e associative.

    Parallelamente, anche la sua postura cambia drasticamente, poiché dalla posizione orizzontale tipica dei primi mesi di vita, il soggetto acquisisce la capacità di mantenersi in equilibrio e poi di deambulare.

    Si può dire che le funzioni psicologiche si evolvono di pari passo con quelle motorie, in un quadro di sviluppo organico e armonioso, che procede per tutta la prima infanzia.

    Arrivato alla fase scolare, il bambino è in grado di acquisire nozioni didattiche di vario genere, il cui ruolo è quello di migliorare progressivamente la sua intelligenza e il controllo sulla motricità.

    È proprio in questo periodo infatti che iniziano le attività fisiche collegate allo sport.

    Esiste un indiscusso collegamento tra le abilità motorie del bambino e il diverso tipo di attività fisica che può intraprendere: il nuoto ad esempio è uno sport indicato già nei primi anni di vita in quanto contribuisce a migliorare la coordinazione dei movimenti e il controllo sulle emozioni.

    Infatti, il contatto con l’acqua, che ricorda al bambino il liquido amniotico, svolge sempre un’azione tranquillizzante ed equilibrante a livello della sfera psico-emotiva.

    Attività di gruppo come calcio, basket o pallavolo, sono più indicate a partire dagli 8-10 anni, quando cioè il bambino ha raggiunto un pieno controllo sulla sua motricità ed è capace di rapportarsi correttamente con i suoi simili.

    In un periodo successivo, cioè a partire dai dieci anni, è possibile che il bambino pratichi sport come il tennis, un’attività individuale e impostata essenzialmente sulla competitività.

    Importanza dello sport nello sviluppo psicomotorio del bambino

    blank

    Esistono due grandi categorie di sport per bambini, che sono quelli di squadra e quelli individuali: tra i primi vengono praticati principalmente il basket, il calcio e la pallavolo, mentre tra i secondi ci si riferisce al tennis, alla scherma e al nuoto.

    L’equitazione prevede un rapporto elitario con un animale, che contribuisce a sviluppare le potenzialità psicoemotive del bambino.

    Nel complesso, qualsiasi attività sportiva, sia individuale che di gruppo, presenta sempre l’indubbio vantaggio di migliorare le sue capacità psicomotorie in quanto lo spinge a potenziare il collegamento causa-effetto tra sistema nervoso e muscolatura.

     

    Un errore piuttosto comune nel quale i genitori spesso si imbattono è quello di iperstimolare il bambino, spronandolo a raggiungere risultati agonistici, tralasciando la componente ludica dello sport.

    In realtà, per il bambino è indispensabile divertirsi mentre fa sport, poiché proprio attraverso queste attività motorie egli riesce a liberarsi dallo stress e dalle tensioni accumulate, rilassando la muscolatura e liberando la mente.

    Anche se è indubbio che l’applicazione a uno sport richiede concentrazione e sforzo, è altrettanto evidente che atteggiamenti del genere non devono essere portati all’esasperazione, poiché si correrebbe il rischio di ottenere risultati insoddisfacenti.

    Il presupposto fondamentale per raggiungere un equilibrio comportamentale è quello di incentivare il bambino a scegliere l’attività sportiva che preferisce senza mai sforzarlo.

    Ci sono infatti soggetti che amano stare sempre in compagnia e che pertanto prediligono sport di gruppo, in situazioni del genere è giusto che i genitori assecondino le preferenze del figlio, facendolo partecipare a giochi di squadra.

    Sport collettivi sono utili per:

    • migliorare la socialità,
    • il rispetto reciproco,
    • la considerazione degli altri,
    • la generosità e la solidarietà,
    • confermandosi un’ottima scelta per bambini introversi, timidi e insicuri.


    Gli sport individuali invece puntano soprattutto a migliorare l’autostima, la competitività e la sicurezza in se stessi, e solitamente vengono scelti da bambini che non amano stare in compagnia.

    In questi casi i genitori devono vigilare per non correre il rischio di sollecitare eccessivamente l’ego del figlio, rendendolo un piccolo fenomeno, infatti il mancato confronto con i coetanei, tipico di uno sport di gruppo, può provocare conseguenze sgradevoli.


    Complessivamente, qualsiasi sport venga scelto, è indispensabile che porti a un miglioramento delle attività fisiologiche del bambino, come la vista, l’udito, le capacità muscolari e soprattutto il controllo nervoso su tutte le sue azioni.

    A seconda del settore in cui il bambino è più carente, è quindi opportuno selezionare l’attività sportiva più adeguata, allo scopo di migliorare il suo sviluppo.

    Importanza degli sport di squadra

    blank

    Se praticati dalla prima infanzia, gli sport di squadra svolgono un ruolo di estrema rilevanza per la formazione psicologica ed emotiva.

    Oltre alla coordinazione dei movimenti, che si ritrova anche negli sport individuali, quelli di gruppo offrono l’opportunità di confrontarsi con i coetanei nello svolgimento di un’attività comune.

     

    Il significato più profondo delle attività sportive di gruppo e proprio quello del paragone con gli altri, che non deve essere considerato come una prevaricazione, ma come un confronto rispettoso e produttivo.

    In questo senso l’allenatore gioca un ruolo importantissimo poiché supervisionando il comportamento dei singoli atleti è in grado di evidenziare possibili ostilità, invidie o aggressività latenti.

     

    Nel basket, nel calcio e nella pallavolo, passarsi la palla rappresenta simbolicamente una collaborazione non soltanto pratica, ma anche sentimentale, poiché indica la presenza di fiducia e di complicità.

    Il ben noto spirito di squadra si traduce realisticamente nella mancanza di antagonismo, che costituisce l’esatto opposto della collaborazione.

     

    Un altro aspetto caratteristico dell’attività sportiva di gruppo è rappresentato dalla disciplina, molto più evidente rispetto agli sport individuali, infatti la presenza di compagni che praticano lo stesso sport, implica l’osservanza di determinati insegnamenti, basati sul rispetto e sulla considerazione reciproca.

    È proprio in base a tali considerazioni che lo sport costituisce un prezioso alleato in ambito educativo e pedagogico per lo sviluppo psicomotorio del bambino, il quale, divertendosi, assimila degli insegnamenti basilari.

    Stabilire degli obiettivi da raggiungere è il modo migliore per insegnare ai bambini il valore del sacrificio, della costanza e della tenacia.

    Infatti, non sempre il successo e la soddisfazione sono ottenibili senza fatica e in breve tempo, poiché nella maggioranza dei casi è necessario applicarsi con determinazione e convinzione, affrontando prolungati allenamenti prima di arrivare alla meta finale.

    Fatica, disciplina e rispetto sono quindi i presupposti indispensabili perché lo sport svolga l’importante ruolo didattico per cui viene praticato.

     

    Un ultimo aspetto positivo dello sport sullo sviluppo psicomotorio del bambino, è quello di allontanarlo, anche se temporaneamente, dall’impiego dei dispositivi digitali, che attualmente rappresentano il principale passatempo dell’infanzia.

    Già a partire dai primi anni di vita, i bambini di oggi sono esperti nell’interagire con tablet, smartphone o notebook, trascorrendo troppe ore davanti agli schermi.

    Questo preoccupante fenomeno mostra ripercussioni negative sia a livello organico (vita sedentaria e tendenza al sovrappeso) sia psicologico (estraniazione dalla realtà circostante e isolamento emotivo).

     

    Nella contemporanea era digitale, lo sport può realmente rappresentare una valida alternativa per stimolare i bambini a svolgere attività lontano dagli ambienti chiusi, dove solitamente trascorrono la maggior parte del tempo davanti a una consolle.

    In questo senso, è ancora più importante identificare un’attività sportiva che sia anche divertente, per la quale cioè valga la pena abbandonare almeno per qualche ora i dispositivi tecnologici.

    Non bisogna dimenticare infatti che il rapporto fisico interpersonale derivante dalla vicinanza di compagni di squadra è senza dubbio più gratificante e costruttivo rispetto all’interazione con apparecchiature tecnologiche.

    Benefici dello sport

    blank

    Come considerazione generale, si può affermare a ragione che le attività sportive sono sempre benefiche per l’organismo, non soltanto a livello fisico, ma anche psicologico.

    Nella prima infanzia, l’approccio con lo sport deve essere calibrato in base alle potenzialità del bambino, che non deve essere mai forzato o iperstimolato, ma accontentato nelle sue scelte.

    Come accennato, l’approccio ludico dell’attività sportiva è quello più adatto al periodo infantile, quando sarebbe consigliabile evitare qualsiasi sport a livello agonistico più adatto per soggetti cresciuti.

    Uno sport divertente, sia esso singolo o ancor meglio di squadra, offre al bambino l’opportunità di maturare psicologicamente, sviluppando le proprie facoltà intellettive, di coordinazione motoria, di rispetto verso gli altri e di apprendimento.

    Al contrario, uno sport imposto, magari scelto dai genitori, svolge un ruolo estremamente negativo poiché rappresenta una forma di sottile violenza psicologica che il bambino subisce malvolentieri.


    A questo proposito risulta fondamentale il collegamento tra genitori e allenatore, che deve svilupparsi su basi di rispetto e di reciproca fiducia, infatti i genitori affidano il figlio al coach sportivo, che grazie al carisma e all’esperienza maturata, può guidare il bambino nelle scelte più indicate alle sue condizioni fisiche e psichiche.

    Sarebbe buona norma offrire al bambino varie possibilità per sperimentare il maggior numero possibile di sport, tra cui gli sia possibile scegliere quello più adatto alle sue esigenze.

    Non bisogna focalizzarsi su un’unica opzione, anche perché i gusti del bambino possono cambiare da un anno all’altro, e quindi uno sport amato fino a una certa età può poi diventare insopportabile.

    Pertanto è necessario che il bambino sperimenti tutti gli sport per avere la capacità di scegliere quello più adatto alla sua costituzione e alla sua volontà; crescendo egli infatti può cambiare preferenze, accostandosi a un’attività sportiva che inizialmente aveva trascurato.

    Condividi pagina